Siamo tutti adatti allo smart working ?

siamo tutti adatti allo smart working ?

Fino ad un anno fa, era un modello organizzativo di “nicchia” usato da poche aziende ( il 15% delle imprese italiane, ci dicono i dati dell’ISTAT ) ma a causa dell’emergenza covid, lo smart working è diventato per necessità il modello organizzativo più utilizzato dalle grandi e medie aziende.

 

Resistono le piccole e micro imprese che continuano a preferire il lavoro in ufficio in presenza.

Ora la domanda che ci dobbiamo fare è cosa ne sarà dello smart working quando l’emergenza sanitaria sarà finalmente risolta e non avremo più bisogno di rimanere distanti ?

 

Molte aziende stanno scoprendo che lavorare a distanza permette di ottenere risultati pari o superiori al lavoro tradizionale in ufficio, ma con notevoli cambiamenti nella qualità della vita delle persone e con una riduzione dei costi.

 

Perciò visto che la percentuale di aziende che oggi utilizza modelli lavorativi smart, ha superato il 77%, possiamo immaginare che non torneremo più al livello pre-covid del 15%.

 

Lo smart working ha però messo in crisi molti lavoratori, che al di fuori dell’ufficio fanno molta fatica ad ottenere gli stessi risultati, ma anche molti manager che si sono ritrovati all’improvviso gli uffici vuoti e tutta la loro squadra a lavorare nel salotto di casa propria.

 

La sfida dei prossimi anni sarà quella di creare dei modelli organizzativi che comprendano anche formule smart per mettere le persone nelle condizioni di esprimere il massimo del loro potenziale.

 

L’analisi comportamentale Restart Analysis, è stata aggiornata ai cambiamenti organizzativi che le imprese hanno subito nell’ultimo anno e ora permette di individuare tutte le competenze specifiche che una persona deve possedere per non avere difficoltà e ottenere grandi risultati anche in modalità di lavoro a distanza.

In particolare ci sono nove ingredienti che sono decisivi per spostare il proprio lavoro dall’ufficio al salotto di casa senza subire dei contraccolpi.

 

1. Autonomia
2. Autodisciplina
3. Automotivazione
4. Dialogo interiore
5. Cura di se stessi
6. Atteggiamento mentale
7. Affidabilità
8. Adattabilità
9. Comunicazione

 

 

Analizzando questi nove ingredienti di un team e dei suoi manager è possibile comprendere quali sono i collaboratori che sono naturalmente predisposti per lavorare da casa, e quali invece hanno bisogno di essere preparati e formati per farlo.

 

 

Anche i manager che si trovano a gestire un team solo con il telefono, le email e le videochiamate, possono avere molte informazioni preziose per gestire efficacemente ogni collaboratore.

 

 

Se sei titolare o manager di una azienda che è stata costretta nell’ultimo anno ad introdurre la modalità smart working per una parte o tutti i propri collaboratori potresti avere molti vantaggi nel conoscere la predisposizione individuale di ogni membro della tua squadra verso il lavoro a distanza.

 

 

Potrai scoprire quali collaboratori sono naturalmente predisposti per lo smart working e quali invece hanno bisogno di essere supportati e formati.

 

 

Clicca qui se vuoi maggiori informazioni sull’analisi delle competenze per lo smart working

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