Fare squadra, i tre parametri della classifica Best Workplaces 2020

In attesa della diretta streaming di domani ‘Come usare la comunicazione per fare squadra’ vorrei condividere con voi un aggiornamento che ci porta nel cuore di questo argomento.

Si tratta della classifica appena pubblicata da Great Place to Work Italia che ogni anno mette in evidenza i top 60 ‘Best Workplaces’, ossia le migliori aziende in cui lavorare, dal punto di vista dei loro dipendenti. La classifica è l’esito di un’approfondita ricerca che ha coinvolto i manager di 153 aziende, suddivise in quattro categorie in base alla loro dimensione strutturale. Lo studio ha l’obiettivo di premiare quelle realtà che dimostrano i ‘Trust Index’ più elevati, ossia i più alti livelli di fiducia e coinvolgimento da parte dei loro collaboratori.

I parametri utilizzati in questa indagine sono degli indicatori importanti, non solo per migliorare la nostra immagine aziendale ma, soprattutto, per aiutarci a sviluppare e consolidare il nostro business.

Le analisi finanziarie svolte sui Best Workplaces nel corso degli anni hanno dimostrato, infatti, che all’aumento del ‘Trust Index’ corrisponde anche una crescita dei fatturati e un miglioramento dei margini aziendali. La crescita media dei fatturati dei Best Workplaces nel 2019 è stata pari al 17,47% (dato già depurato da quelle realtà con trend straordinari). Le aziende al vertice della classifica, inoltre, dimostrano di crescere più della media Istat dei loro settori di appartenenza e tendono a mantenersi in positivo anche nei periodi di flessione economica.

Con dati così incoraggianti, vediamo se sono riuscita ad incuriosirvi sugli aspetti indagati dal questionario ‘Trust Index’.

Quali sono i tre parametri che concorrono a definire un ambiente di lavoro eccellente?

  • CREDIBILITÀ, RISPETTO ED EQUITÀ: La relazione di fiducia dei dipendenti con titolarità e top management.
  • APPARTENENZA: L’orgoglio per il proprio lavoro.
  • COESIONE: La qualità dei rapporti tra colleghi.

Il merito è una leva fondamentale nella competitività di un’impresa. Stabilire un reale rapporto di fiducia vuol dire innanzitutto offrire una più ampia autonomia operativa e decisionale al collaboratore virtuoso, con la possibilità concorrere ai risultati ma anche di trovare in prima persona le soluzioni agli eventuali ‘non risultati’. Fiducia che si traduce in una responsabilizzazione e in un migliore approccio al problem solving del singolo, i cui risvolti positivi di produttività e crescita per l’azienda sono verificabili e misurabili già nel breve periodo.

Arrivati a questo punto, se siamo riusciti a costruire un ambiente di lavoro dove regna rispetto ed equità, perché non lavorare su quei parametri che ci permetteranno di fare un salto di qualità ulteriore?

A tal proposito prendiamo qualche suggerimento dai Best Workplaces italiani del 2020:

  • American Express con diversi anni di attenzione al lavoro femminile, ha raggiunto il 70% di donne tra i suoi dipendenti. Nell’ultimo anno ha organizzato numerosi eventi in cui le impiegate senior hanno condiviso le loro esperienze e motivazioni con le giovani colleghe.
  • Hilton promuove l’inserimento di nuove figure professionali. Per la catena alberghiera ogni nuovo assunto è come un ospite e può vivere l’esperienza dell’accoglienza in hotel con la sua famiglia, lasciando poi il proprio feedback.
  • Biogen ha lanciato ‘Bpositive’ un modello di welfare in cui la felicità dei propri collaboratori viene trattata come una competenza e viene offerto loro un pacchetto di servizi che vanno oltre gli aspetti retributivi, perché ‘happy people deliver better results’.
  • Zoetis è impegnata in un programma transgenerazionale che mira a far crescere i giovani talenti, mentre valorizzare i suoi esperti senior. Uno scambio di idee e conoscenze che permette all’azienda di massimizzare i suoi risultati creando un ambiente dove tutti possono perseguire i propri obiettivi di carriera.
  • MSD ha sviluppato un programma che premia i risultati dei dipendenti e li mette in vetrina a livello mondiale nelle newsletter aziendali. La piattaforma consente a tutti i collaboratori di assegnare dei punti ai colleghi o interi team.
  • Mercedes Financial ha avviato il programma ‘consigliere per un giorno’ dove due dipendenti ogni mese possono partecipare al comitato esecutivo aziendale, dando il proprio contributo.
  • Cisco Italia offre percorsi personalizzati di aggiornamento e formazione professionale. L’azienda è impegnata in progetti di alternanza scuola-lavoro per le donne, accessibili anche ai figli. Il 50% dei dipendenti, inoltre, partecipa ai progetti sociali sostenuti dall’azienda.
  • Mars Italia aveva già implementato lo smart working da oltre dieci anni. In occasione del Covid ha fatto una copertura assicurativa per gli eventuali contagi aziendali. L’azienda ha un forte orientamento al merito dei dipendenti e al risultato più che al controllo. Promuove le attività interfunzionali come il programma ‘talento sospeso’ dove i collaboratori con carichi di lavoro minori si mettono a disposizione dei colleghi impegnati in progetti più complessi.
  • La Marzocco offre la possibilità ai collaboratori di vivere un’esperienza umana e formativa nelle piantagioni di caffè della Tanzania.
  • Zeta Service ha introdotto il laboratorio ‘Felicità e Valori’ in cui si alternano gruppi di collaboratori proponendo le loro idee, i workshop e le attività da portare in azienda.
  • L. Gore ha inventato i report che analizzano la ‘innovation friction’ nel momento in cui si verificano dei punti di attrito che ostacolano il processo di innovazione aziendale.
  • SAS Italia mette a disposizione dei dipendenti, per le loro incombenze domestiche, alcuni tecnici di fiducia: imbianchini, elettricisti, giardinieri ecc.
  • Mellin ha creato la sala allattamento per le sue neo-mamme.
  • Royal Canin promuove il confronto tra i team, li rende partecipi dei risultati e li informa dei progressi o delle difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi aziendali, pubblicando un aggiornamento periodico nel proprio open space.

Questi sono solo alcuni esempi, chi volesse, qui potete trovare il video ufficiale.

Vorrei concludere l’articolo con una piccola provocazione: con tutto questo parlare di clima aziendale e coinvolgimento dei collaboratori ma lo stile aziendale è stato dimenticato? Vittima del malinteso che per migliorare il clima sia sufficiente programmare attività di teambuilding e meeting polifunzionali, la costruzione del nostro stile aziendale nei rapporti interni ed esterni spesso resta in secondo piano, mentre la comunicazione dei nostri valori perde in forza e in efficacia.

Lo stile aziendale arriva prima di qualsiasi comunicazione, è la personalità stessa della nostra azienda.

Siete d’accordo con me? Fatemi sapere la vostra opinione.

Marina Pattori

Marketing Consulting Partner

https://www.linkedin.com/in/marinapattori/

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